Stampa antica con immagine della statua di Alessandro Manzoni, nell'omonima piazza di Lecco. Sull'altorilievo posto sulla facciata anteriore del piedistallo sono riconoscibili Renzo e Lucia che esultano felici dopo il contrastato matrimonio che conclude "I Promessi Sposi".
Stampa antica che illustra un episodio del romanzo "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni, con la folla inferocita per la fame che da l'assalto ad un Prestino a Milano alla ricerca del pane.
mm. 180 x 110 ca. l'immagine con la cornice decorativa; mm. 237 x 150 il foglio
AUTORI
Incisore: Bigatti - Disegnatore: Fornari Luca -
PREZZO
Euro 15
DESCRIZIONE
Stampa antica che illustra un episodio del romanzo "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni: Don Abbondio e l' Innominato tornano al castello di Vercurago, presso Lecco.
mm. 180 x 110 ca. l'immagine con la cornice decorativa; mm. 237 x 150 il foglio
AUTORI
Incisore: Bigatti - Disegnatore: Fornari Luca -
PREZZO
Euro 15
DESCRIZIONE
Stampa antica che illustra un episodio del romanzo "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni in cui un prete, incaricato dal cardinale Federigo, distribuisce cibo agli affamati di Milano.
mm. 180 x 110 ca. l'immagine con la cornice decorativa; mm. 237 x 150 il foglio
AUTORI
Incisore: Bigatti - Disegnatore: Fornari Luca -
PREZZO
Euro 15
DESCRIZIONE
Stampa antica che illustra un episodio del romanzo "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni: Renzo cerca rifugio in un convento di Milano grazie ad una lettera di presentazione di Padre Cristoforo.
Stampa antica con immagine del casotto di caccia di Alessandro Manzoni. Originariamento collocato a Pescarenico, rione di Lecco, il casotto in legno fu acquistato da Giuseppe Bovara nel 1828 e trasportato nel giardino della sua abitazione nell'attuale via Bovara nel centro della città, dov'era conservato con una targa in metallo che ne ricordava l'uso da parte del grande romanziere.
Stampa antica con immagine del casotto di caccia di Alessandro Manzoni. Originariamento collocato a Pescarenico, rione di Lecco, il casotto in legno fu acquistato da Giuseppe Bovara nel 1828 e trasportato nel giardino della sua abitazione nell'attuale via Bovara nel centro della città, dov'era conservato con una targa in metallo che ne ricordava l'uso da parte del grande romanziere.